Il Gusto di Roma
ANTICO CAFFÉ GRECO
Il Caffe’ Greco è il più antico caffè di Roma, in Italia solo il Florian di Venezia è più antico.
Il nome del locale deriva dal fatto che Nicola della Maddalena, il caffettiere che lo ha fondato nel 1760, era greco.
Il locale conserva tuttora il suo aspetto ottocentesco e nella celebre sala Omnibus ospita ogni primo mercoledì del mese un gruppo di studiosi e accademici cultori in particolare della città di Roma. Dal 1940, in occasione del Natale di Roma, i loro lavori sono pubblicati nel volume Strenna dei Romanisti.
La caffetteria è famosa anche per le importanti personalità che lo hanno frequentato nel corso degli anni come Massimo D’Azeglio, Luigi di Baviera, Buffalo Bill, Ennio Flaiano, Aldo Palazzeschi, Cesare Pascarella, Richard Wagner, Orson Welles, Edvard Grieg, Johann Wolfgang von Goethe e molti altri ancora.
Entrare in questo locale oggi equivale a fare un viaggio nel tempo: i tavolini con marmi antichi sembrano popolati da personaggi di altri tempi, intenti a scrivere un racconto, una poesia o leggere un libro in attesa che venga servito loro un caffè.
Tra gli autografi, le pitture, i disegni, le fotografie, le lettere conservati nel Caffè Greco c’è una lettera anonima del 1910, che poi si scoprì essere stata scritta dal conte Ludovico Pecci, nipote di papa Leone XIII, nella quale si fa riferimento al fatto che il pontefice da giovane era stato un assiduo frequentatore del locale. Per tale motivo è nata la leggenda secondo la quale se un cardinale si fosse seduto ad un tavolo del Caffè Greco sarebbe diventato Papa.
BABINGTON'S TEA ROOM
Quasi tutte le strade portano a Roma. Ma tutte, assolutamente tutte le strade di Roma portano a Piazza di Spagna.
Nel 1893 due giovani signorine inglesi di buona famiglia: Isabel Cargill e Anna Maria Babington, discendente di quell’Antony Babington impiccato nel 1586 per aver cospirato contro Elisabetta I, decisero di investire i loro risparmi (100 sterline) aprendo nella capitale una sala da tè e di lettura destinata alla comunità anglosassone.
L’impresa comportava notevoli rischi soprattutto perché in Italia non era diffusa l’usanza di bere il tè, venduto all’epoca solo in farmacia.
Inizialmente Babingtons venne aperta in Via Due Macelli e dopo un anno dalla sua apertura fu spostata in Piazza di Spagna, nel cosiddetto “ghetto inglese”, all’interno del prestigioso palazzo settecentesco adiacente alla scalinata di Trinità dei Monti e vicino a quello che oggi è il Keats and Shelley Memorial House.
Lo scoppio della prima guerra mondiale nel 1914 segnò una battuta d’arresto al successo della sala da tè che tuttavia restò aperta con grande sacrificio di tutti coloro che vi lavoravano.
Si pensò anche di chiudere, ma la sorella di Isabel, Annie, prese in mano la situazione e decise di fare dei radicali cambiamenti alla sala. Furono rinnovati così l’arredamento, le tende e i cuscini e, sotto la guida di Dorothy, la sala da tè si riempì nuovamente.
Finita la guerra e cambiati i tempi, cambiarono anche le esigenze del pubblico. Torte e pasticcini non bastavano più e il menù venne arricchito con nuovi piatti che ancora oggi costituiscono la curiosità di Babingtons come il Canarino e il Riso Pilaff al Curry. Tuttavia il tè rimase sempre la bevanda più richiesta e come tale doveva ricevere cure speciali.
Il il terzo genito di Dorothy, Valerio dovendo pensare ad un logo per la sala da tè, disegnò il famoso gattino.
BAKERY HOUSE
La Bakery House è un progetto ispirato alla passione per la pasticceria e la gastronomia Anglo-Americana.
Tutti i dolci e i prodotti da forno sono rigorosamente home made.
L’ambiente è caldo e familiare e si accompagna perfettamente per una colazione dolce o salata, per un pranzo leggero, per una pausa dolce con cakes e cupcakes, per una cena con burger o per un Weekend Brunch in rigoroso stile americano.
Una tra le prime Bakery aperte a Roma, nel 2012, fu la Bakery House di Corso Trieste, ora definitivamente chiusa, alla quale sono subentrate le due, una ll’EUR e l’altra zona Ponte Milvio.
La Bakery si presenta come un piccolo bar molto accogliente per l’arredamento un po’ country con alle pareti le boiserie e decorazioni a righe.
Dal 2012 vennero aperte nuove Bakery:
- Viale America, 89 (EUR)
- Via Riano, 11 (Ponte Milvio)
- Via Federico Cesi, 36 – POP’S ROMA
- Piazza Enrico Fermi, 10 – BAKERY&LOVE
- Via Luigi Magrini, 6 – CAFÈ MERENDA
- Via Leone IV, 34 – THE LOFT
- Viale Jonio, 296 – VINTRO BAR & BITES.
Caffetteria Canova-Tadolini
Via del Babuino è una piccola via del centro di Roma, alle pendici del monte Pincio. Si tratta di una parallela di Via del Babuino, la strada che va da piazza del Popolo a piazza di Spagna.
Nel gennaio del 1818 Antonio Canova, ormai all’apice della sua fama europea, firmava per garantire il contratto di locazione del suo “studio di uso di scultura”, a favore del suo allievo prediletto, il promettente Adamo Tadolini: i locali situati all’angolo di Via del Babuino e Via dei Greci, nella zona di Roma tradizionalmente animata dalle botteghe degli artisti, già da anni erano occupati dal Canova stesso il quale vi aveva condotto a termine numerose commissioni.
Con Adamo instaurò un intenso rapporto di collaborazione, ritenendolo il più capace dei suoi allievi e forse l’unico erede spirituale, affidandogli numerosi incarichi, concedendogli il compito di riprodurre, sotto stretta sua osservanza, le sue opere più celebri.
Dal 1818 al 1967 l’Atelier di Via del Babuino è rimasto in possesso di quattro generazioni di scultori appartenenti alla famiglia Tadolini.
Si conserva in questi ambienti, la memoria di due secoli di scultura italiana: modelli preparatori di opere finite conservate in ogni parte del mondo, sculture in marmo ed in bronzo, esercitazioni anatomiche, strumenti del mestiere custoditi secondo la casualità, secondo l’originario, fascinoso disordine che fu dello studio.
Che dire, un caffè ad opera d’arte!!!
CEFFÉ DI SANT'EUSTACHIO
L’anno di fondazione è il 1938. I mosaici della pavimentazione e gli arredi sono tuttora quelli originali. Il cervo simbolo di Sant’Eustachio Il Caffè rievoca l’apparizione e la conversione del pagano Eustachio al cristianesimo.
Sotto la gestione dei fratelli Raimondo e Roberto Ricci, iniziata nel 1999, a Sant’Eustachio il caffè si mantiene intatta la tradizione, si prosegue la ricerca della miscela più pregiata e si offre un ventaglio di prodotti a base di una miscela segreta diventata leggendaria.
Il caffè crudo viene tostato a legna per essere degustato nel locale, dove lo si può anche acquistare per prepararlo a casa. Le tipologie di caffè torrefatto, lavato e selezionato, sono top quality. La freschezza e la qualità del prodotto fanno sprigionare aromi e sapori impareggiabili, che non sono riscontrabili nei caffè da scaffale della grande distribuzione.
Al momento Sant’Eustachio Il Caffè acquista caffè equo e solidale proveniente da cooperative di produttori della Repubblica Domenicana, del Guatemala, dell’Etiopia e del Brasile. Oltre a quello acquista caffè di Galapagos e dell’isola di Santa Elena.
Un consiglio che vi do è assolutamente di assaggiare, se ancora non l’avete mai provato, il GRAN CAFFÈ, ne rimarrete estasiati per la sua bontà!
CASINA VALADIER
È il gioiello del Pincio. Uno dei luoghi più affascinanti della Capitale, a due passi da Trinità dei Monti e da Piazza del Popolo. Incastonata nel cuore di Villa Borghese, Casina Valadier gode di uno dei panorami più belli del mondo.
È il più raffinato e rinomato Caffè del Pincio.
La visuale spazia dalla Cupola di San Pietro a Monte Mario, sino ad arrivare al Gianicolo e finanche ai grattacieli dell’Eur.
Realizzata tra il 1816 ed il 1837 dal notissimo architetto ed urbanista romano Giuseppe Valadier, per volere di Napoleone; la Casina venne modellata in stile neoclassico con un corpo cubico, cui era addossata un’esedra con colonnato ionico. Questa Casina venne costruita su un’antica Cisterna Romana.
All’interno si trovano stanze straordinariamente decorate in stile pompeiano.
Negli anni Venti del ‘900 venne riadattata a Ristorante, per poi essere occupata durante la Seconda Guerra Mondiale, dai soldati tedeschi.
Oggi la Casina è la cornice ideale per trasformare il giorno del sì in un evento unico, esclusivo e memorabile.
Nel clima dei ricevimenti nuziali, infatti, la Casina assume un aspetto favolistico, fuori dal tempo, che eleva il senso di eterno dell’unione matrimoniale.
La Casina possiede tre spettacolari Terrazze poste al primo piano, da cui è possibile ammirare la Città Eterna in tutto il suo splendore.
CAPPELLA ORSINI
Da Campo dei Fiori si raggiunge un angolo tranquillo collegato attraverso un misterioso passaggio sotterraneo: l’Ex Chiesa di Santa Maria in Grotta Pinta, meglio nota come Cappella Orsini.
La Cappella Orsini dispone di due piani, con allestimenti al suo interno che vengono aggiornati e cambiati da artisti di avanguardia ogni 3 mesi.
All’interno della Capella Orsini si può anche cenare o fare aperitivo. Nel Weekend si organizzano anche serate a tema con musica e DJ, inoltre, il locale si presta anche per feste private aziendali e lauree.
MC DONALD'S
Il primo McDonald’s d’Italia fu inaugurato il 20 marzo del 1986 a Piazza di Spagna a Roma che è da sempre stata un simbolo e il centro della vita culturale e turistica di Roma.
L’apertura del nuovo “ristorante” racconta una storia di proteste, curiosità e di una città divisa. Da un lato si moltiplicavano le orde di indignati, intellettuali e uomini e donne di spettacolo che si opponevano alla famosa catena americana; dal fronte opposto, invece, cresceva l’interesse per la novità del fast food.
A Roma, nel 1986, scoppiò una vera e propria guerra contro la maggiore catena di ristoranti di fast food nel mondo. Una battaglia che schierava da un lato la carbonara, la pizza e le trattorie e dall’altro hamburger e patatine e un nuovo concetto di ristorante.
L’apertura del primo McDonald’s fu visto come un affronto. Chi temeva per lo scempio del palazzo, chi per i reperti archeologici e chi si batteva per la salvaguardia della tradizione alimentare mediterranea e del salotto buono della città.
Il McDonald’s della città Eterna, però, utilizzava solo ingredienti italiani. La carne arrivava dalla città di Bolzano, il pane da Milano e il ketchup da Bologna.
La protesta ebbe come esito una battaglia persa da parte dei sostenitori e difensori della cucina tradizionale; il colosso americano registrò, infatti, la presenza di 4mila persone per la sola mattina dell’inaugurazione.
Cinquanta milioni d’incasso per il primo McDonald’s d’Italia.
Una curiosità: il primo McDonald’s ad aprire in Italia fu, però, quello di Bolzano. Era il 15 ottobre del 1985 e fu inaugurato nella centrale piazza Walther von der Vogelweide. Il locale chiuse il 4 luglio 1999. Quello di Roma viene considerato il primo McDonald’s di Italia perché già negli anni ’70 gli americani avevano deciso di entrare nella Città.
OSTERIA MARGUTTA
Via Margutta è una piccola via del centro di Roma, alle pendici del monte Pincio. Si tratta di una parallela di Via del Babuino, la strada che va da piazza del Popolo a piazza di Spagna.
Luogo di gallerie d’arte e di ristoranti alla moda che anticamente ospitava botteghe artigiane e stalle.
Via divenuta esclusiva dopo il film Vacanze Romane con la bellissima Audrey Hepburn.
Qui hanno vissuto diversi personaggi famosi tra cui il regista Federico Fellini, le attrici Giulietta Masina e Anna Magnani, il pittore Giorgio De Chirico. Qui ebbe un atelier lo scultore veneto Antonio Canova.
Altri pittori che agli inizi abitarono nelle vicinanze di via Margutta furono Pieter Paul Rubens, Nicolas Poussin, Jusepe de Ribera, Gaspar van Wittel e l’inimitabile Pablo Picasso.
Questa bellissima Osteria si trova infatti proprio di fronte all’atelier di Pablo Picasso.
È proprio qui che l’artista ha realizzato i costumi e le scene per il balletto Parade.
L’Osteria Margutta è un delizioso e tranquillo ristorante nel cuore del centro storico di Roma, a due passi da Piazza di Spagna.
La sua cucina di qualità unita alla particolarità degli arredi, alla struttura simile a un teatro, e alla moltitudine di cimeli che ricordano il passaggio dei grandi artisti del passato, contribuiscono a farne un luogo unico della città.
SAID
In uno dei quartieri più autentici di Roma vi è un posto che resiste alle mode e alle sfide della storia dal 1923.
Padre dell’impresa è Aldo de Mauro che inizia a produrre cioccolato, la fabbrica durante il periodo fascista prende il nome di Società Anonima Industria Dolciumi: SAID.
I bombardamenti della seconda guerra mondiale che danneggiano fortemente il quartiere San Lorenzo non risparmiano la fabbrica e soprattutto il vecchio spaccio, che viene raso al suolo. Da allora la cioccolata SAID si va a comprare direttamente dove si produce.
Divani e poltroncine che sembrano trasferiti qui dalla dimora dei proprietari tanto sono vissuti, si alternano alle vecchie macchine per il cioccolato in una sorta di museo della memoria, solido e rassicurante.
THE BRITISH CORNER
🇬🇧 British Corner Roma è un’accogliente sala da tè dallo stile vittoriano.
🍵 Il progetto nasce dalla passione per la Gran Bretagna, l’antiquariato e la porcellana di pregevole qualità made in UK.
🫖 Qui ogni dettaglio – persino l’arredo del bagno – riproduce le tea room inglesi.
🌺 Al British corner Roma oltre a bere i tè e gli infusi, questi ultimi inventati e preparati dai proprietari con fiori, spezie ed erbe, si possono acquistare le porcellane, i vasi e gli specchi.
🍽 Se vi innamorate del piattino in cui è servita la carrot cake, potete farlo vostro (be’, non proprio, ma ne potete richiedere uno analogo).
🍰 Le torte, a proposito, vengono create appositamente per il locale da un pasticcere italiano, gli scones e i biscottini al burro vengono invece direttamente dall’Inghilterra.
🗣 Per calarsi ulteriormente nell’atmosfera british, il giovedì c’è la serata “Speak’n’drink”: i pettegolezzi si fanno in inglese con la presenza e l’aiuto di madrelingua che scioglieranno l’eloquio anche dei più imbranati. Basta prenotarsi.
🕔 Al British Corner ogni giorno alle 5 viene servito il tè time con la Sponge Cake in un’atmosfera degna della Regina Elisabetta.