Cimitero Acattolico
🏁 Si trova nel rione Testaccio, vicino a Porta San Paolo, a lato della Piramide Cestia.
🏛 Nel XVIII secolo e nel XIX secolo la zona del cimitero acattolico era chiamata “I prati del popolo romano”.
🪦 Dominava il tutto la Piramide di Caio Cestio che da secoli era uno dei monumenti più visitati dell’Urbe.
❌ Come d’uso solitamente nei cimiteri anglosassoni, sono assenti fotografie sulle lapidi.
🕴Tra le numerose tombe di personaggi celebri è da ricordare:
– quella del poeta inglese John Keats (1795-1821);
– Di Percy Bysshe Shelley (1792-1822), anche lui, poeta inglese che annegò nell’affondamento del suo vascello;
– Antonio Gramsci (1891-1937), fu un politico, filosofo, politologo, giornalista, linguista e critico letterario italiano.
– Lo scultore statunitense William Wetmore Story che riposa con la moglie Emelyn ed il figlio Josep. Sopra la sua tomba vi è la celebre scultura realizzata dallo stesso Story per la morte della moglie. L’opera, Angel of Grief, raffigura un angelo gemente disteso sul sepolcro. L’artista morì poco dopo averla ultimata.
– Situata in una nicchia ricavata nelle Mura Aureliane si trova la tomba di Elisabeth Wegener-Passarge (1884-1902), ragazza tedesca morta all’età di diciotto anni, scomparsa a soli quindici giorni dal matrimonio. Era fidanzata con lo scultore tedesco Ferdinand Seeboeck, che scolpì egli stesso il monumento funebre. La fanciulla è ritratta addormentata al capezzale, con le gambe coperte da un lenzuolo, vestita con un corpetto ricamato. La mano sinistra è posata semichiusa sotto il petto. Spesso i visitatori del cimitero sono soliti lasciare un fiore nella mano sinistra della statua. Ciò pare essere legato a una tradizione secondo cui la ragazza defunta esaudisca un desiderio a chiunque le offra in dono un fiore.
– E tante altre personalità.
catacombe di domitilla
👨👩👧👦 Le Catacombe di Domitilla sono il più grande ed il più antico cimitero sotterraneo di Roma, facente parte della proprietà di Flavia Domitilla e risalente all’anno 120 d.c.
🪦 Queste catacombe sono, tra le più vaste di Roma, includono una basilica semi-ipogea e 17 km di gallerie e corridoi distribuiti su quattro differenti livelli, per un totale di 150.000 sepolture.
Gli affreschi conservati sono una espressione della fede dei primi cristiani.
🛐 Nel cuore della catacomba si trova l’unica Basilica semi sotterranea esistente a Roma che è dedicata ai martiri Nereo e Achilleo, e alla Santa Petronilla figlia di San Pietro.
☦️ I custodi delle catacombe di Domitilla sono i Missionari del Verbo Divino che venne fondata nel 1875 dal Padre Arnoldo Janssen con l’obiettivo di prestare aiuto pastorale e sociale in tutti continenti.
📜 La catacomba è sita nell’antico praedium Domitillae, attestato dalle fonti letterarie antiche e da ritrovamenti epigrafici. Nella famiglia dei Flavi, nel I secolo, esistevano due figure femminili col nome di Flavia Domitilla:
– la prima è la proprietaria del suddetto fondo, moglie del console del 95 Flavio Clemente;
– la seconda è la nipote dello stesso console, venerata come martire nel IV secolo.
La catacomba dunque deve il suo nome ad una delle due Domitilla, della famiglia dei Flavi, convertiti al cristianesimo e per questo perseguitati.
Ipogeo Dino Compagni
🪦 L’ipogeo detto “di via Dino Compagni” è databile alla metà del IV sec. d.c., si sviluppa su tre gallerie fino a 16 m. sotto il livello stradale.
🎨 Ubicato sulla via Latina, l’ipogeo di via Dino Compagni rappresenta uno dei monumenti più celebri della Roma tardoantica, non solo per la varietà architettonica degli ambienti ma, specialmente, per la sua straordinaria decorazione pittorica (oltre 100 affreschi), così da meritarsi l’appellativo di “pinacoteca del IV secolo”, se si recupera la definizione coniata da padre Antonio Ferrua per la editio princeps del monumento.
💰 L’ipogeo era destinato a una ristretta cerchia di famiglie facoltose della Roma del IV secolo, i cui componenti non erano ancora tutti cristiani, da cui la singolare presenza di alcuni cubicoli con cicli pagani entro una serie di vani con soggetti cristiani.
🏗 Quest’ipogeo fu scoperto per caso agli inizi del 1956 durante gli scavi per le fondazioni di un nuovo palazzo.
🖌 Le pitture, che ricoprono nella loro totalità le pareti dell’ipogeo, ritraggono scene con temi pagani, che si alternano ad altre tratte dal repertorio cristiano, sia vetero che neotestamentario.
⛪️ L’ipogeo, quindi, può essere collocato al punto estremo della pittura funeraria paleocristiana e segnare l’incipit delle nuove tendenze espressive che si diffonderanno lungo le navate delle basiliche cristiane.
Sepolcro degli Scipioni
🪦 Il Sepolcro degli Scipioni è una monumentale tomba di una delle famiglie più famose dell’antica Roma.
🔲 L’edificio, costruito all’inizio del III secolo a.C. scavando direttamente nel banco di cappellaccio, si presenta come un ambiente a pianta quadrata diviso da una serie di gallerie successivamente ampliate per ospitare fino a 32 sarcofagi.
👨🏻 La facciata del sepolcro, rielaborata da Scipione l’Emiliano nel II sec. a.C., si presentava con un alto basamento su cui si aprivano tre ingressi e tre nicchie destinate a ospitare le statue raffiguranti il poeta Ennio (che aveva celebrato le glorie della famiglia), Publio Cornelio Scipione l’Africano (trionfatore a Zama) e Lucio Cornelio Scipione l’Asiatico.
🧱 Il monumento è diviso in due corpi distinti: il principale, scavato in un banco di tufo a pianta grosso modo quadrata, e una galleria comunicante di epoca posteriore, costruita in mattoni, con ingresso indipendente.
Tomba dei 100 Scalini
🪜 Il Parco degli Acquedotti, non lontano dalla chiesa di S. Policarpo nel quartiere Tuscolano, è chiamato così per i resti degli antichi acquedotti che lo attraversano.
Tra l’Acquedotto Claudio e la ferrovia, si trovano una piattaforma di cemento e una grata che nascondono l’oscura Tomba dei Cento Scalini chiamata in questo modo per il numero di scale che bisogna scendere per entrarci.
🪦 Il cimitero ipogeo purtroppo non risulta più visitabile, in seguito alla sua definitiva chiusura nel 1996 ad opera della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, dovuta al degrado ed all’incuria in cui versava il monumento.
⚰️ L’interno ricorda una sorta di catacomba. La camera funeraria ospita sarcofagi in marmo non levigato, ossa ed altro. Da essa partono diversi cunicoli che porterebbero a un misterioso labirinto, che dovrebbe servire a celare chissà quale tesoro.
📜 Secondo una “leggenda metropolitana”, un gruppo di ragazzi desiderosi di scoprirlo, negli anni 80, si avventurò fino alla camera funeraria e, usando un gomitolo di spago come filo di Arianna, provò a spingersi nel labirinto. Alcuni teppisti che avevano seguito la scena pedinarono i ragazzi e tagliarono lo spago. Il gruppo di giovani non fece più ritorno. E ancora oggi, sempre secondo la leggenda, chi si trova di notte a passare dalle parti della Tomba dei Cento Scalini, sente i lamenti degli spiriti inquieti dei ragazzi che si disperano cercando ancora la via d’uscita.
🧙🏻♂️ La Tomba è stata chiusa nei primi anni 90, proprio in seguito a misteriosi eventi.
Tomba di trebio giusto
🪦 L’ipogeo di Trebio Giusto è una catacomba di Roma di diritto privata.
🎨 L’ipogeo è composto da una galleria d’ingresso, ai lati della quale sono collocati alcuni arcosoli; la galleria termina con una camera funeraria interamente affrescata.
Nella parete di fondo, opposta all’ingresso, c’è l’arcosolio con le pitture che ricordano il giovane defunto Trebio Giusto.
🧑🏻 L’affresco parietale è distinto in tre fasce.
Nella fascia superiore (lunetta) è ritratto il giovane con dei libri aperti sulle ginocchia; in alto la scritta che ci informa dell’età alla sua morte (21 anni) e dei nomi dei genitori che fecero edificare la tomba (Trebio Giusto senior e Oronazia Severina).
Nella fascia intermedia Trebio Giusto è ritratto con i suoi genitori, mentre nella fascia inferiore è ritratto in piedi circondato da cinque figure maschili, vestiti con abiti da contadini, che offrono al giovane i frutti della terra.
🐑 Nella volta, all’interno di un clipeo decorato con fiori e foglie, è collocata la figura di un pastore, affiancato da due pecore e con in mano un flauto. Le pitture e gli indizi che da esse emergono fanno datare la tomba o al III secolo o nei primi decenni del IV secolo.
🕳 Oggi l’ipogeo è ben nascosto da una botola al pianterreno di un edificio degli anni ’70 nel quartiere Appio Latino, che ha preso il posto del vecchio villino, in via Martellini al civico 13.